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La violenza

La Violenza, un termine che non arriva più alle nostre frequenze, non intercettiamo neanche più il suo senso più recondito, ci scivoliamo sopra, lo mettiamo nell’insieme delle cose che sappiamo essere sbagliate ma tanto che ci vuoi fare. La violenza subita, chi se la ricorda, noi con le nostre maschere di acciaio, noi con i nostri altereghi digitali. Non mi disturbare con i tuoi problemi per favore, ma chi è quella, troia di sicuro. Scrolliamo la vita come su un social. Ho notato che abbiamo raggiunto l’immunità di gregge ma non dal virus ma dai problemi degli altri. Una catatonia riguardo quello che di brutto avviene, dove condividiamo i nostri dolori, esiste ancora un modo per condividere la realtà? Ho la sensazione che si stia creando un sentimento condiviso in cui invece di vedere l’esistenza e la convivenza come un processo sociale, ma che cazzo perchè fino ad oggi eravamo messi bene? No ma adesso è peggio. Una lotteria, una notte del giudizio, un mors tua vita mea, una logica del più forte che forse questa pandemia con i suoi numeri e i toto morti ha accellerato. Non lo so, non riesco più a vedere la dinamica umana, sorpassati da algoritmi indottrinati da noi, che ci indottrinano. Frasi appoggiate su una pagina Html queste, si lo so ma quel briciolo di passione che mi fa trovare il tempo di crederci ancora in certe cose mi da un sollievo enorme.

Che cazzo ma hai visto questa nuova generazione, ma quanto sono fichi, con il loro manco ci provo, adoro il loro tono strafottente, così logicamente sviluppato. Ma si ma cosa pensavamo che liberando l’umanità dalla schiavitù dogmatica ci saremmo messi in fila nel grande gioco della vita? Ma certo che ci siamo imbizzarriti, ognuno ha usato la sua strategia e chi non riesce soccombe…e chi non riesce? E chi non riesce soccombe, oppure attacca. Ma adesso siamo sotto il grande occhio giudicante del digital, dobbiamo stare attenti a non commettere atti impuri, eppure li commettiamo ma li commettiamo in maniera subdola, infliggendo pene meno evidenti, alienandosi. Un disagio esplicito ma con movenze implicite, e allora la società muta, si muove come un bruco prima la testa poi la coda e chi è ultimo arriva in ritardo ed è sempre più cieco. Ho visto la violenza l’altro giorno, l’ho toccata con mano e aveva questi tratti. Questa volta la violenza era su una ragazza. Non dico che ci debbano essere stigmi patriarcali e gerarchia di gender ma la violenza su una donna è brutta forte. Ma che schifo. L’ho vista e l’ho riconosciuta perché non è manifesta ma anzi è inodore come il metano. Sale dal basso e ti entra dentro. Sono azioni, frasi, parole, movenze, modi, lacerazioni, che arrivano e vanno via, la danza dell’aguzzino.

Colpire e lenire, sfregiare e assolvere, annientare e promuovere. Quanto è brutto vederlo fare. Ma questo cosa c’entra con la prima parte del testo. Ma lo sai che in qualche modo c’entra. C’entra perché, questo cambio di aspetto che ha subito la violenza e quindi anche la violenza di genere, getta le radici in una grossa epoca di trasformazione visiva e di immagine. Nulla è più esplicito, ma il fatto di non vederlo non vuol dire che non esista, anzi si alimenta sottoterra e cresce. Tu non lo vedi, gli altri non lo vedono ma esiste. Non più occhi neri, quelli stanno male, lo vedrebbero nelle stories, ma allora ti uccido in altri modi. Ti aggiro come un rettile e ti stritolo in una morsa fatta di ricatti e vigliaccheria. Che si fa in quei casi? Parli di qua, parli di là, ma poi si continua a scrollare e la vita va avanti.

Siamo nauseati, siamo incazzati, siamo tristi e fragili davanti a tanta evidente e comune inadeguatezza. Allora noi di Mamma Studio giusto per non lasciare proprio tutto al caso, abbiamo fatto questo piccolissimo gesto, un piccolo tutorial per il 25 Novembre, 25 frasi che devi sapere riconoscere per capire che forse sei in pericolo, che forse hai bisogno di aiuto, che quello che non vedi non vuol dire che non esiste, che non puoi sperare nella prossima scrollata. Se quelle frasi ragazza mia le hai sentite, più forti, più piano, con parole diverse, con espressioni diverse è il momento di agire, rivolgiti a istituzioni, a Centri Antiviolenza, a forze dell’ordine, ma fallo adesso, prometticelo.
Un bacio dalla Mamma.

Ringraziamo gli attori Edoardo Nesi e Isa Bini per la loro partecipazione al progetto.