Spesso crediamo che l’identità visiva dipenda unicamente dal gusto soggettivo (Mi piace il blu! Fammi il logo blu!) mentre ciò che determina il nostro modo di rappresentare la realtà – anche nella forma grafica più sintetizzata, come nel caso dei loghi – dipende da un intreccio di fattori politici, sociali e culturali che non può essere compreso se non da vicino.
I marchi sono simboli, portatori cioè di più significati, e non è quindi casuale vederli cambiare nel tempo (cancel culture o no, la storia ci obbliga ad evolvere).
Ma come sarebbero diventati i brand italiani se non ci fosse stata la liberazione dal nazifascismo?
Quella di Mamma Studio vuole essere una provocazione per ricordare l’importanza dell’Anniversario della liberazione d’Italia, oggi purtroppo non volutamente celebrata anche da alcuni rappresentanti della nostra classe politica.
In questo gioco dissacrante, quello che ci preme sottolineare è che i loghi sono portatori di valori condivisi e chi opera nel campo della comunicazione, a prescindere dal suo preciso indirizzo di competenza, non può esimersi dallo sviluppare una sensibilità ampia: quello che vediamo intorno a noi parla del posto dove siamo e il linguaggio che scegliamo di sviluppare e utilizzare influenza il modo in cui immaginiamo la realtà che ci circonda.
Crediamo in una comunicazione capace di fare le cose fatte per bene, capace cioè di saper identificare le problematicità del presente e di spingere verso i valori di libertà, democrazia, giustizia sociale e pace che animarono anche la Resistenza.
Se non ci conosci, noi siamo Mamma Studio.
Siamo Sensibili, Siamo Sostenibili.