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Matteo Giovannuzzi

Matteo nasce a Prato nel 97, e dopo aver conseguito il diploma in tecnologie tessili si trasferisce a milano laureandosi in Design di interni presso il Politecnico.
Lì ha la possibilità di collaborare per anni con vari artisti e designer nei più diversificati campi, sperimentando nella grafoica, moda e set design, è convinto che la strada per raggiungere i propri obbiettivi sia composta da un ventaglio di esperienze poliedriche capaci di formarlo e renderlo una figura versatile ed efficente.
Lavora per qualche anno in uno studio di progettazione arredo per poi ritornare in Toscana e decidere di concentrarsi sulla sua vera vocazione: l’illustrazione ed il character design.
Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, Matteo prende ispirazione degli anime, i film d’ animazione e, soprattutto, il mondo dei videogiochi dentro il quale vorrebbe lavorare come ultimo scopo professionale.

Matteo sto in pensiero Trittico (21 x 29,7cm + 29,7 x 42 cm)

L’affetto familiare nella maggioranza dei casi si rivela di fondamentale supporto, specialmente quello della mamma: fonte inesauribile di amore e porto salvo per antonomasia nell’immaginario italiano.

Nel seguente trittico l’ autore vuole però esplorare come un’eccessiva cura e preoccupazione possano infine rivelarsi quasi controproducenti. Alla tecnica illustrativa digitale, colorata ed apparentemente gioiosa, si contrappongono le tematiche dell’ansia, della dissociazione e dell’intrappolamento. Le tonalità utilizzate entrano in conflitto con le espressioni raccontate,la tenue “gabbia di mani” infatti non lascia quasi respiro al soggetto.

Apre la serie una figura materna, calma e delicata, intenta ad accogliere candidamente suo figlio.
A seguire, nel pezzo centrale, si tenta di rappresentare questo profondo ed insolito senso di oppressione, dove le carezze addirittura sopraffaggono da ogni lato l’elemento centrale.
In chiusura troviamo lo spaesamento, la scissione emotiva che da una parte vorrebbe evadere e distaccarsi de quell’affetto, dall’altra rimane però disorientata ed immobile.

“Matteo,sto in pensiero”.